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ANTEPRIMA MULTIMEDIALI

Il segmento testuale La Critica è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 99Analitici , di cui in selezione 6 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Analitici)


da Andrea Binazzi, Raffaele Pettazzoni in KBD-Periodici: Belfagor 1984 - 3 - 31 - numero 2

Brano: [...]rimane fuori, se non altro, proprio quell’autonomia della religione che giustifica l’intento di farne una storia a sé, senza ridurla a storia di qualcos’altro, intento che

il Croce non avrebbe mai considerato legittimo. Il filosofo napoletano, che molti anni prima aveva avuto apprezzamenti decisamente positivi per il giovane storico delle religioni quando quest’ultimo gli aveva mandato un

13 G. Gentile, ree. a R. Pettazzoni, Dio ecc., in « La Critica », xx (1922), p. 298.

14 Svolgimento e carattere della storia delle religioni, Bari 1924, p. 23.

15 U. Casalegno, Dio, esseri supremi, monoteismo nell’itinerario scientifico di Raffaele Pettazzoni, Torino [1979].RAFFAELE PETTAZZONI

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articolo sul mito 16, reagì duramente alla Lezione inaugurale, affermando categoricamente che gli studi storicoreligiosi non nascevano in Italia « per alcun bisogno né speculativo né morale, ma unicamente per bisogno di erudizione » 17. Il giudizio era aspro e definitivo e riecheggiò spesso, successivamente, nelle posizioni dei crociani a proposito[...]

[...]semmai discutere se questa forma sia da rintracciare in un matriarcato primitivo o altrove: qui, sembra dire il Pettazzoni, si misureranno i risultati dell’indagine storicoreligiosa e a questo serve la raccolta dei documenti e delle fonti.

A mano a mano, poi, che il suo lavoro procedette attraverso le grandi

16 Forma e verità del mito, in « Nuovi Argomenti », vi (1959), pp. 4950.

17 B. Croce, ree. a R. Pettazzoni, Svolgimento ecc., in « La Critica », xxn (1924), p. 313.

18 A. Omodeo, ree. a R. Pettazzoni, La confessione dei peccati, in « La Critica », xxxv (1937), p. 368 (ora in II senso della storia, Torino 1948, pp. 115119).

19 R. Pettazzoni, Saggi di storia delle religioni e di mitologia, Roma 1946, p. xx.182

ANDREA BINAZZI

opere sulla Confessione dei peccati, sui Misteri, ecc., la distanza tra lui e i neoidealisti aumentò, proprio con il chiarificarsi nella sua mente di quei concetti che avrebbe poi precisato di non aver appreso a nessuna scuola20. Si trovò quasi sempre da solo a cercare spazio per far conoscere il lavoro suo e della sua scuola romana. Ne troviamo una testimonianza puntuale nelle lettere indirizzate a Erne[...]

[...]le quali il Pettazzoni ha dovuto porsi in relazione e anche di un movimento interno che sembra avere caratterizzato sempre il suo pensiero. Evoluzionismo, comparativismo tipologico, teoria del monoteismo originario non consideravano la connessione tra i fatti religiosi e il modo di essere complessivo di una civiltà e delle diverse società. Di qui la sua polemica degli anni Venti verso quelle posizioni teoriche, ma dalla stessa radice nasce anche la critica serrata dell’uomo archetipico di Eliade consegnata agli ultimi suoi appunti (« L’uomo, fin da quando comincia ad essere uomo è insieme archetipico e storico, mitico e razionale, magico e religioso. Non esiste una umanità archetipica, anteriore all’uomo storico »27).

Mi sembra che il Pettazzoni migliore si scopra tentando di seguirlo in alcune analisi attraverso le quali egli cerca di individuare le forme specifiche in cui una religione si connette con la civiltà alla quale appartiene e non dimenticando quel presupposto dal quale egli si fece sempre guidare

nella polemica con lo Schmidt[...]



da [Le relazioni] C. Luporini, La metodologia del marxismo nel pensiero di Gramsci in Studi gramsciani

Brano: [...]r ragioni di opportunità o concretezza politica ed educativa, ma per quel che il « senso comune » racchiude di positiva esperienza storica delle masse subalterne (la « cultura democratica » in esse storicamente immanente e da liberare, come aveva dichiarato Lenin) e in ultima analisi, per la struttura stessa genericamente umana del senso comune, per gli elementi di sperimentalismo che esso contiene, risultato e condizioni del pratico operare.

La critica dunque dei contenuti ereditari del « senso comune » si appoggia, dialetticamente, su di esso e muove non alla sua distruzione, che sarebbe proposito insensato, ma alla sua riforma e sostituzione con una concezione più coerente, che divenga fede, ossia norma intrinseca dell’agire. Il che non avviene né in un giorno, né in astratto, ossia come educazione astratta, verbale e libresca, bensì in connessione con la lotta politica e di classe. Occorre perciò, dice Gramsci, che la « nuova concezione... si presenti intimamente fusa con un programma politico e una concezione della storia che il popolo [...]

[...]rganizzazione della società politica e civile, e delk direzione culturale: problemi nei quali si è straordinariamente allargata, a contatto con lo sviluppo reale, nel nostro secolo, la problematica marxista dello Stato, e di cui fu maestro Lenin. Ora, è importante notare che qui fanno nodo e si articokno tutti gli elementi teorici del pensiero di Gramsci: « L’egemonia realizzata — egli scrive (riferendosi alla rivoluzione di Ottobre) — significa la critica reale di una filosofia, la sua reale dialettica » \

La quale asserzione, a questo punto, non avrebbe bisogno di ulteriori chiarimenti. Ma essa guadagna la pienezza del suo significato se la proiettiamo in un contesto concettuale più largo. Scrive altrove Gram
1 M. S., p. 75. Ove anche si legge: «La fondazione di una classe dirigente (cioè di uno Stato) equivale alla creazione di una W eltanschauung. L’espressione che il proletariato tedesco è l’erede della filosofìa classica tedesca, come deve essere intesa? Non voleva indicare Marx l’ufficio storico della sua filosofia divenuta teoria di[...]

[...]equivale alla creazione di una W eltanschauung. L’espressione che il proletariato tedesco è l’erede della filosofìa classica tedesca, come deve essere intesa? Non voleva indicare Marx l’ufficio storico della sua filosofia divenuta teoria di una classe che sarebbe diventata Stato? Per Ilic questo è realmente avvenuto in un territorio determinato ». Cfr. p. 32 e passim.Cesare Luporini

AGI

sci: «La proposizione contenuta nella introduzione alla Critica dell’Economia politica che gli uomini prendono coscienza dei conflitti di struttura sul terreno delle ideologie deve essere considerata come un affermazione di valore gnoseologico, e non puramente psicologico e morale. Da ciò consegue che il principio teoricopratico dell’egemonia ha anch’esso una portata gnoseologica e pertanto in questo campo è da ricercare l’apporto massimo di Ilic [Lenin] alla filosofia della prassi » \ Un imponente gruppo di problemi teorici, metodologici, storiografici, che si è costretti a tralasciare, si collega a questa affermazione. Sono i problemi relativi alla real[...]

[...]izia intellettualmente un’età storica, che durerà probabilmente dei secoli, cioè fino alla sparizione della Società politica e all’avvento della Società regolata. Solo allora la sua concezione del mondo sarà superata » 5.

1 M. S.y p. 237.

2 L’espressione « metter le brache al mondo » ripresa da Gramsci contro Croce per indicare il moderatismo della sua filosofia, era stata dal Croce stessa adoperata nella introduzione al primo fascicolo de La Critica.

3 M. S., pp. 9394.

4 Mach., p. 31 (in nota).

5 M. S., p. 75.



da [Le relazioni] E. Garin, Gramsci nella cultura italiana in Studi gramsciani

Brano: [...]ffermazioni casuali o degli aforismi staccati », non potrà nascondersi un costante riferimento, e magari alla fine per combattere o rifiutare, a tutta una problematica legata a quel vario rinnovarsi della cultura italiana che si mosse intorno all’attività del Croce. Anche se poi, spesso, molto più che di Croce, dovrebbe farsi il nome del De Sanctis o del Labriola, o perfino, in sede di critica letteraria, di Renato Serra, che crociano senza

1 La Critica, XXII, 1924 (20 maggio), p. 191 : « non è detto... che la eventuale pioggia di pugni non sia, in certi casi, utilmente e opportunamente somministrata»; Pagine sparse, voi. II, Napoli 1943, p. 37179 (dal Giornale d’Italia, 27 ottobre 1923; Corriere italiano, 1 febbraio 1924; Giornale d’italia luglio 1924). Nell’ultima intervista (luglio ’24), p. 377, si legge: «esso [fascismo] non poteva e non doveva esser altro, a mio parere, che un ponte di passaggio per la restaurazione di un più severo regime liberale, nel quadro di uno stato più forte... Poteva ben soddisfarsi della non piccola gloria di [...]

[...], più comprensiva, superiore, che si pone come sola 44 vita ”, come sola “realtà ” in confronto del passato morto e duro a morire nello stesso tempo. La filosofia della prassi è la concezione storicistica della realtà, che si è liberata da ogni residuo di trascendenza e di teologia anche nella loro ultima incarnazione speculativa; lo storicismo idealistico crociano rimane ancora nella fase teologicospeculativa ».

3 L., p. 41.

4 Quaderni della Critica, 10, 1948, pp. 789.402

Le relazioni

Non diverso discorso dovrà farsi, del resto, a proposito delle altre opere del Gramsci: le lettere, e, innanzitutto, gli articoli del periodo anteriore all’arresto. Di essi è noto i1 giudizio che l’autore dette nel settembre del 1931 : pagine « scritte alla giornata » e, come tali, destinate a « morire dopo la giornata » 1. In realtà, di nuovo, la forma espressiva è solidale con un modo d’intendere la funzione dello scritto, anzi del pensiero, della riflessione; e, se si vuole usare il termine grave, della filosofia. In una delle sue osservazioni più[...]

[...]siero di Gramsci, che a me non compete: sarebbe necessario infatti seguire il maturare della sua riflessione attraverso la lotta politica, che lo portò a leggere, o a rileggere con occhi resi diversi da eventi decisivi, le pagine medesime di Marx3. Ma in tale prospettiva, e nel modo d’intendere il filosofo

1 L., p. 137 (sulla «frammentarietà», pref. a M. S., pp. XIXXX).

2 M. S., pp. 2334.

3 Sono da rileggere gli articoli del ’18, quali «La critica critica» (Il grido del popolo, 12 gennaio 1918): «la nuova generazione pare voglia ritornare alla genuina dottrina di Marx, per la quale l’uomo e la realtà, lo strumento di lavoro e la volontà non sono dissaldati, ma si identificano nell’io storico. Credono pertanto che i canoni del materialismo storico valgano solo post jactum,Eugenio Garin

403

« individuale », andrà ricollocata tutta la sua impostazione delle vicende degli intellettuali italiani : tutta la sua storia della filosofia, della cultura; anzi, a un certo punto, tutta la storia italiana cercata nel concreto degli individui [...]

[...]tosto che letture già fatte. Certo,,

acuto com’era, Gramsci si rese ben conto che anche in posizioni legate al « positivismo » non mancavano temi fecondi (basterebbero i richiami a Vailati, l’accenno alla teoria della « previsione » in Limentani ecc.). Ma la sua battaglia era altrove.

1 O. N., pp. 78.406

Le relazioni

«protesta del divenire storico contro ogni irrigidimento e ogni impaludamento del dinamismo sociale ». E prosegue : « la critica marxista alla economia liberale è la critica al concetto di perpetuità degli istituti umani economici e politici; è la ridiuzione a storicità e contingenza di ogni fatto, è una lezione di realismo agli astrattisti pseudoscienziati».

Non è facile staccarsi da questi testi gramsciani, cosi limpidi e precisi, sul processo storico come effettiva conquista di libertà, contro ogni mistificazione del socialismo, contro ogni esperantismo pseudomarxista che non tenga conto della vita reale di un popolo1. Tutti gli articoli del 19 andrebbero sottolineati con quelle loro dichiarazioni nettissime: « l’esperienza liberale non è vana, e non può es[...]

[...]pi, e soldati. Non è difficile « schedare » il materiale dei Quaderni gramsciani lungo queste linee, e ordinarlo per argomenti ad esse riconducibili. D’altra parte questa « storia » doveva sempre legarsi criticamente alle « altre storie » : a quelle più valide per intima solidità, esprimenti efficacemente forze e temi di rilievo; cosi come a quelle dominanti e trionfanti sul piano politico italiano. Uno dei segni del carattere non velleitario della critica gramsciana dei Quaderni sta proprio nel suo rapporto costante con Croce da un lato, e con le più vistose e rilevanti manifestazioni delle correnti cattoliche e idealistiche dall’altro.

Il fatto che cosi spesso l’opera di Gramsci si faccia dialogo serrato con Croce, il fatto che le impostazioni discusse, elaborate o respinte si leghino alla situazione culturale creata dal Croce, è segno di forza e di attualità di un pensiero che non lavorava alteri saeculo, ma per questo secolo. L’altro secolo che poi giudica, che indica limiti e ingiusti giudizi, probabilmente non sarebbe mai nato cosi acu[...]

[...]visioni, e

1 M. S., pp. 75 sgg., 25, 21 sgg. (per la distinzione forze materialiideologie, contenutoforma, distinzione «meramente didascalica», cfr. M. S., p. 49).412

Le relazioni

tener distinte cose distinte, e rendersi ragione di pur sempre validi temi polemici (e andare magari a rileggersi il Marx di Loria, del 1902) 1, è certo che Gramsci risenti di tutto quel moto culturale che caratterizzò i primi due decenni del secolo, e in cui la Critica ebbe tanta parte. Cosi come, viceversa, negli accenni all’importanza dei « modernisti » italiani, a guardar da vicino, ce da chiedersi quanto pesasse — questa volta — la polemica antigentiliana. Né, per fare un altro esempio, par sostenibile il peso specifico attribuito una volta al movimento vociano, rilevante soprattutto come espressione paradigmatica di una singolare confusione di idee. Il discorso potrebbe continuare, ma per esser davvero utile dovrebbe estendersi — e questo non è possibile qui ora — a tutta la rete, fittissima, di rapporti e dibattiti che travagliarono la cultura italian[...]

[...]perde l’anima » ; alla volontà generale si sacrifica tutto 2. Tragica nel momento deH’autoritàprineipato : armonica in quello del consensorepubblica, la situazione umana, la natura umana è sempre un movimento storicamente concreto : « non esiste un’astratta “ natura umana ”, fissa e immutabile (concetto che deriva dal pensiero religioso e dalla trascendenza);... la natura umana è... un fatto storico accertabile... coi metodi della filologia e della critica... ». Che son parole che andranno messe a confronto con le altre su Kant : « la formula kantiana, analizzata realisticamente, non supera [un] qualsiasi ambiente dato, con tutte le sue superstizioni morali e i suoi costumi barbarici; è statica, è una vuota forma che può essere riempita da qualsiasi contenuto storico attuale e anacronistico (con le sue contraddizioni...). La formula kantiana, sembra superiore perché gli intellettuali la riempiono del loro particolare modo di vivere e di operare... » 3. Nella « staticità » formale kantiana, opposta al non velleitario dover essere di Machiavelli,[...]

[...]Labriola e nella revisione deU’hegelismo, una direzione « kantiana » di « forma » non storicizzabile : un « sistema » della « filosofia dello spirito », una « natura umana » assoluta. Gramsci, al contrario, non si limiterà a rifiutare l’atto spirituale taumaturgico, e solo retoricamente operoso, per ritrovare il positivo e il concreto processo storico, vivo e reale nel lavoro delle società umane. Anche l’ultimo « aroma speculativo » svanirà : nella critica alla doppia mistificazione del marxismo — sia in direzione idealistica che materialistica — e nella elaborazione di una originale « concezione del mondo » si consoliderà nitidissimo un integrale umanismo storico: uomini veri, reali, che vivono convivendo in reali rapporti: mobili, in un processo condizionato insieme e libero.

Limpido e preciso qui Gramsci è veramente nostro 1, ossia di quanti credono nel compito critico di una cultura volta a liberare gli uomini in terra, per costruire una città giusta; per la sua moralità impietosa; per la sua ironica lucidità; per il suo atteggiamento di[...]

[...]ucidità; per il suo atteggiamento di lotta in un tempo di lotta. Della sua « zuffa » continua con Croce, come dellessersi consapevolmente calato tutto nella tradizione culturale italiana più viva, non c’è persona seria che possa dubitare. E a caratterizzare la sua distanza da posizioni a cui pure, in origine, era stato vicino, nulla giova quanto la sua ripetuta osservazione sul carattere delle due celebri « storie d’Eu
1 Cfr. CROCE, Quaderni della Critica, 8, 1947, p. 86.418

Le relazioni

ropa e d’Italia » : Croce non è storico dei momenti rivoluzionari; Croce è storico degli istituti e delle « forme » da conservare, non delle libertà reali da conquistare. La storia eticopolitica potrà anche esser riassunta nel momento del consenso: nella crudeltà della lotta, quando si chiede piuttosto il giustiziere che il giustificatore, quando essere ingiusti è necessario, e bisogna dannarsi e non salvarsi, l’olimpica serenità gocthiana è piuttosto irritante che consolante. Gramsci — l’aveva già notato Gobetti (che per questo gli fu vicino) — è invec[...]



da (Mito e civiltà moderna) Raffaele Pettazoni, Forma e verità del mito in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1959 - 3 - 1 - numero 37

Brano: [...]er quello della fine dei tempi, e per altri miti che sono veri per la religione cristiana (4).
Il mito è di tutti i tempi. Non esiste un'epoca tutta mitica, come non esiste un'epoca tutta magica; l'uomo prelogico è un'astrazione al
(3) « II mito non é una categoria spirituale, sibbene una posizione contradittoria, un concetto in fieri, che é già concetto ma non é ancora tale a pieno perché non ha ancora forma critica compiuta »: B. CROCE, in « La Critica », 1929, p. 175.
(4) Un mito lunare dei Yalunyu (tribù australiana del Queensland), che narra la creazione della donna e la fondazione della vita sociale della tribù, è per quegli indigeni « altrettanto reale quanto per un Cristiano il racconto del Paradiso terrestre »: URSULA MCCONNELL, in « Oceania », vol. II (1931), p. 17.
FORMA EVERITA DEL MITO 53
pari dell'uomo prereligioso. Il mito si dispiega in pieno nel pensiero arcaico, nel quale il mondo non é ancora dato e l'uomo ricorre al mito come evasione da una realtà in forse e riscatto da una crisi dell'esistenza. Ma il mito non viene me[...]



da Cesare Luporini, La metodologia del marxismo nel pensiero di Antonio Gramsci in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 1 - 1 - numero 30

Brano: [...]trad. it. in MarxEngelsmarxismo, Roma, 1952, p. 445).
LA METODOLOGIA DEL MARXISMO 203
so comune » racchiude di positiva esperienza storica delle masse subalterne (la « cultura democratica » in esse storicamente immanente e da liberare, come aveva dichiarato Lenin) e in ultima analisi, per la struttura stessa genericamente umana del senso comune, per gli elementi di sperimentalismo che esso contiene, risultato e condizioni del pratico operare.
La critica dunque dei contenuti ereditari del « senso comune » si appoggia, dialetticamente, su di esso e muove non alla sua distruzione, che sarebbe proposito insensato, ma alla sua riforma e sostituzione con una concezione più coerente, che divenga fede, ossia norma intrinseca dell'agire. Il che non avviene né in un giorno, né in astratto, ossia come educazione astratta, verbale e libresca, bensì in connessione con la lotta politica e di classe. Occorre perciò, dice Gramsci, che la « nuova concezione si presenti intimamente fusa con un programma politico e una concezione della storia che il popolo ric[...]

[...]anizzazione della società politica e civile, e della direzione culturale: problemi nei quali si è straordinariamente allargata, a contatto con lo sviluppo reale, nel nostro secolo, la problematica marxista dello Stato, e di cui fu maestro Lenin. Ora, è importante notare che qui fanno nodo e si articolano tutti gli elementi teorici del pensiero di Gramsci: « L'egemonia realizzata — egli scrive (riferendosi alla rivoluzione di Ottobre) — significa la critica reale di una filosofia, la sua reale dialettica » (35).
La quale asserzione, a questo punto, non avrebbe bisogno di ulteriori chiarimenti. Ma essa guadagna la pienezza del suo significato se la proiettiamo in un contesto concettuale più largo. Scrive altrove Gramsci: « La proposizione contenuta nella Introduzione alla ' Critica dell'Economia politica' che gli uomini prendono coscienza dei conflitti di struttura sul terreno delle ideologie deve essere considerata come un'affermazione di valore gnoseologico, e non puramente psicologico e morale. Da ciò consegue che il principio teoricopratico [...]

[...]'età storica, che durerà probabilmente dei secoli, cioè fino alla sparizione della Società politica e all'avvento della Società regolata. Solo allora la sua concezione del mondo sarà superata » (42).
CESARE LUPORINI
(38) Op. cit., p. 237.
(39) L'espressione a .mener le brache al mondo » ripresa da Gramsci contro Croce per indicare il moderatismo della sua filosofia, era stata dal Croce stesso adoperata nella introduzione al primo fascicolo de La Critica.
(40) Op. cit., pp. 9394.
(41) Note sul Machiavelli sulla politica e sullo stato moderno, p. 31 (in nota).
(42) 1l materialismo storico ecc., p. 75.



da Eugenio Garin, Gramsci nella cultura italiana in KBD-Periodici: Nuovi Argomenti 1958 - 1 - 1 - numero 30

Brano: [...]. fede nella civiltà moderna, che non ha bisogno di trascendenze e rivelazioni ma contiene in se stessa la propria razionalità e la propria origine ».
(5) L. 19293. Sulle «crisi» degl'intellettuali (oltre le osservazioni sul Giuliano, pubblicate in « Energie Nuove », febbraio 1919) è da rileggere, ne La città futura, Margini, 3: « gli uomini cercano sempre fuori di sé la ragione dei propri fallimenti spirituali... » (con quel che segue).
(6) « La Critica », XXII, 1924 (20 maggio), p. 191: « non è detto... che la eventuale pioggia di pugni non sia, in certi casi, utilmente e opportunamente somministrata »; Pagine sparse, vol. II, Napoli 1943, p. 37179 (dal a Giornale d'Italia », 27 ottobre 1923; a Corriere italiano », 1 febbraio 1924; a Giornale d'Italia » luglio 1924). Nell'ultima intervista (luglio '24), p. 377, si legge: a esso [fascismo] non poteva e non doveva esser altro, a mio parere, che un ponte di passaggio per la restaurazione di un più severo regime liberale, nel quadro di uno stato più forte... Poteva ben soddisfarsi della non pic[...]

[...]o, più comprensiva, superiore, che si pone come sola ' vita', come sola ' realtà ' in confronto del passato morto e duro a morire nello stesso tempo. La filosofia della prassi é la concezione storicistica della'realtà, che si é liberata da ogni residuo di trascendenza e di teologia anche nella loro ultima incarnazione speculativa; lo storicismo idealistico crociano rimane ancora nella fase teologicospeculativa s.
(12) L. 41.
(13) « Quaderni della Critica », 10, 1948, pp. 789.
(14) L. 137 (sulla ' frammentarietà', pref. a M.S., XIXXX).
162 EUGENIO GARIN
losofiastoria « porta alla conseguenza che occorre negare la ' filosofia assoluta' o astratta e speculativa, cioè la filosofia che nasce dalla precedente filosofia e ne eredita i ' problemi supremi ' cosidetti, o anche solo il ' problema filosofico ', che diventa pertanto un problema di storia, di come nascono e si sviluppano i determinati problemi della filosofia. La precedenza passa.., alla storia reale dei rapporti sociali, dai quali quindi... sorgono (o sono presentati) i problemi che il[...]

[...] intellettuali italiani: tutta la sua storia della filosofia, della cultura; anzi, a un certo punto, tutta la storia italiana cercata nel concreto degli individui pensanti e operanti, pensanti in quanto operanti, e capaci di rendersi conto, e di rendere conto in precise proposizioni teoriche volte a suscitare nuove azioni.
Comunque a qualche conclusione preliminare sembra possi
(15) M.S. 2334
(16) Sono da rileggere gli articoli del '18, quali La critica critica (a Il grido del popolo », 12 gennaio 1918): « La nuova generazione pare voglia ritornare alla genuina dottrina di Marx, per la quale l'uomo e la realtà, lo strumento di lavoro e la volontà non sono dissaldati, ma si identificano nell'atto storico. Credono pertanto che i canoni del materialismo storico valgano solo post factum, per studiare e compren' dere gli avvenimenti del passato, e non debbano diventare ipoteca sul presente e sul futuro... »; o Il nostro Marx (4 maggio 1918: a non è un mistico né un metafisico positivista; è uno storico... »). Poi vennero altre letture di Marx, le[...]

[...] si rese ben conto che anche in posizioni legate al « positivismo » non mancavano temi fecondi (basterebbero i richiami a Vailati, l'accenno alla teoria della «previsione» in Limentani ecc.). Ma la sua battaglia era altrove.
(19) O.N. 7 (7 giugno 1919).
166 EUGENIO GA1tIN
ramente, per usare ancora un'espressione gramsciana, « la protesta del divenire storico contro ogni irrigidimento e ogni impaludamento del dinamismo sociale ». E prosegue: « la critica marxista all'economia liberale é la critica del concetto di perpetuità degli istituti economici e politici; é la riduzione a storicità e contingenza di ogni fatto, é una lezione di realismo agli astrattisti pseudoscienziati ».
Non é facile staccarsi da questi testi gramsciani, così limpidi e precisi, sul processo storico come effettiva conquista di libertà, contro ogni mistificazione del socialismo, contro ogni esperantismo pseudomarxista che non tenga conto della vita reale di un popolo (20). Tutti gli articoli del '19 andrebbero sottolineati con quelle loro dichiarazioni nettissime: « l'esperienza liberale non é vana, e non può esse[...]

[...]empre le
(28) P. 34, 63, 131.
(29) M.S. 21 sgg., 25, 75 sgg. (per la distinzione forze materialiideologiecontenuto forma, distinzione « meramente didascalica », cfr. M.S., 49).
172 EUGENIO GARIN
garsi criticamente alle « altre storie »: a quelle più valide per intima solidità, esprimenti efficacemente forze e temi di rilievo; così come a quelle dominanti e trionfanti sul piano politico italiano. Uno dei segni del carattere non velleitario della critica gramsciana dei « quaderni » sta proprio nel suo rapporto costante con Croce da un lato, e con le più vistose e rilevanti manifestazioni delle correnti cattoliche e idealistiche dall'altro.
Il fatto che così spesso l'opera di Gramsci si faccia dialogo serrato con Croce, il fatto che le impostazioni discusse, elaborate o respinte si leghino alla situazione culturale creata dal Croce, è segno di forza e di attualità di un pensiero che non lavorava alteri saeculo, ma per questo secolo. L'altro secolo che poi giudica, che indica limiti e ingiusti giudizi, probabilmente non sarebbe mai nato così a[...]

[...]perde l'anima »; alla volontà generale si sacrifica tutto (37). Tragica nel momento dell'autoritàprincipato: armonica in quello del consensorepubblica, la situazione umana, la natura umana é sempre un movimento storicamente concreto: « non esiste un'astratta ' natura umana', fissa e immutabile (concetto che deriva dal pensiero religioso e dalla trascendenza);... la natura umana é... un fatto storico accertabile... coi metodi della filologia e della critica... ». Che son parole che andranno messe a confronto con le altre su Kant: « la formula kantiana, analizzata realisticamente, non supera [un] qualsiasi ambiente dato, con tutte le sue superstizioni e i suoi costumi barbarici; é statica, é una vuota forma che può essere riempita di qualsiasi contenuto storico attuale e anacronistico (con le sue contraddizioni). La formula kantiana sembra superiore perché gl'intellettuali la riempiono del loro particolare modo di vivere e di operare... » (38). Nella « staticità » formale kantiana, opposta al non velleitario dover essere di Machiavelli, al suo da[...]

[...]da Labriola e nella revisione dell'hegelismo, una direzione « kantiana » di « forma » non storicizzabili: un ' sistema ' della ' filosofia dello spirito', una ' natura umana' assoluta. Gramsci, al contrario, non si limiterà a rifiutare l'atto spirituale taumaturgico, e solo retoricamente operoso, per ritrovare il positivo e il concreto processo storico, vivo e reale nel lavoro delle società umane. Anche l'ultimo « aroma speculativo » svanirà: nella critica alla doppia mistificazione del marxismo — sia in direzione idealistica che materialistica — e nella elaborazione di una originale ' concezione del mondo' si consoliderà nitidissimo un integrale umanismo storico: uomini veri, reali, che vivono convivendo in reali rapporti: mobili, in un processo condizionato insieme e libero.
Limpido e preciso qui Gramsci é veramente nostro (39), ossia
(39) Cfr. CROCE, a Quaderni della Critica », 8, 1947, p. 86.
GRAMSCI NELLA CULTURA ITALIANA 179
di quanti credono nel compito critico di una cultura volta a liberare gli uomini in terra, per costruire una città giusta: per la sua moralità impietosa; per la sua ironica lucidità; per il suo atteggiamento di lotta in un tempo di latta. Della sua « zuffa » continua con Croce, come dell'essersi consapevolmente calato tutto nella tradizione culturale italiana più viva, non c'é persona seria che possa dubitare. E a caratterizzare la sua distanza da posizioni a cui pure, in origine, era stato vicino, nulla giova quanto la sua ripetuta osse[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine La Critica, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---Storia <---marxismo <---siano <---Ciò <---Filosofia <---Pratica <---Scienze <---ideologia <---italiana <---italiano <---Benedetto Croce <---Dialettica <---Engels <---Filologia <---Gramsci <---Labriola <---Lenin <---Marx <---Metafisica <---artigiani <---gramsciana <---gramsciano <---idealismo <---idealisti <---ideologie <---marxista <---materialismo <---metodologici <---mitologica <---realismo <---riformismo <---socialismo <---storicismo <---teologico <---umanismo <---Dio <---Fenomenologia <---Gli <---Logica <--- <---Perché <---Scienze naturali <---Storiografia <---Teologia <---crociana <---crociani <---dinamismo <---fascismo <---fenomenologia <---filologia <---filologico <---ideologica <---ideologico <---italiani <---metodologica <---metodologiche <---metodologico <---storicista <---teologia <---Antonio Labriola <---Avviamento <---Beide <---Besinnung <---Biologia <---Caratteri <---Carlo Bini <---Carlo Marx <---Che Gramsci <---Claudio Treves <---Cosmo <---Croce-Erasmo <---De Sanctis <---Del Croce <---Del resto <---Dinamica <---Economia politica <---Energie Nuove <---Enrico Ferri <---Estetica <---Etica <---Farli <---Feuerbach <---Filosofia della natura <---Francesco De Sanctis <---Gegenwart <---Gobetti <---Gramsci-Machiavelli <---Grundlagen <---Hegel <---Historismus <---Husserl <---Il Principe <---La critica critica <---La guerra <---Lehren <---Limpido <---Linguistica <---Ludovico Geymonat <---Machiavelli <---Machiavelli-Rousseau <---Meccanica <---Methode <---Methoden <---Né Gramsci <---Ordine Nuovo <---Ottobre <---Pensiero filosofico <---Presso <---Principe-Discorsi <---Proudhon nella Miseria <---Psicologia <---Renato Serra <---Retorica <---Risorgimento <---Romagnosi <---Romagnosi-Cattaneo <---Rousseau <---Ruggiero a Omodeo <---Salvemini <---Savonarola-Machiavelli <---Scienza politica <---Scienze sociali <---Scienze umane <---Sistematica <---Sociologia <---Sowohl <---Statica <---Stilistica <---Storia sociale <---Tarozzi <---Tecnologia <---Treves <---Trigonometria <---Trovandosi <---Umberto Cosmo <---Weltanschauung <---Weltweisheit <---Wissenschaft <---Wissenschaften <---Zulù <---abbiano <---antigentiliana <---apriorismo <---arrischiano <---artigiano <---astrattismo <---astrattisti <---biologia <---biologica <---biologiche <---biologico <---campeggiano <---capitalista <---comunista <---cristianesimo <---crocianesimo <---crociano <---d'Italia <---determinismo <---dilaniano <---dogmatismo <---economismo <---einaudiano <---empirismo <---erasmismo <---esistenzialismo <---esperantismo <---fanatismo <---fascista <---fatalismo <---gentiliana <---gentiliano <---gnoseologica <---gnoseologico <---gramsciane <---gramsciani <---hegeliana <---hegelismo <---husserliana <---ideologiche <---ideologici <---illuminismo <---illuministi <---immanentismo <---infantilismo <---italiane <---kantiana <---kantiani <---laicismo <---leniniana <---machiavellismo <---metodologia <---mitologia <---moderatismo <---modernismo <---modernisti <---moralisti <---naturalismo <---neohegelianesimo <---neorazionalista <---ottimismo <---parallelismo <---positivismo <---positivista <---positivisti <---psicologia <---psicologico <---rigorismo <---sciana <---scolasticismo <---socialista <---socialisti <---sociologia <---sperimentalismo <---tecnologia <---toffaniniano <---trascendentalismo <---trattatista <---umanesimi <---umanesimo <---vociano <---Amici del Mondo <---Amomme <---Andrea Binazzi <---Antiduhring <---Antonio Banfi <---Anzi <---Arturo Carlo Jemolo <---Banfi <---Becattini <---Belfagor <---Bertholet <---Bibliografia <---Bisogna <---Boasto <---Carlo Cattaneo <---Carte Ernesto <---Casa <---Cattaneo <---Città Futura <---Civiltà <---Ciò Ella <---Codignola <---Collana <---Con Pettazzoni <---Convegno di Studi Gramsciani <---Cosi Gramsci <---Così <---Così Gramsci <---Creuzer <---Croce Gramsci <---Dal <---De Maistre <---De Martino <---Del Gandini <---Della Casa <---Demetra <---Die Bedeutung <---Die Wahrheit <---Diritto <---Editori Riuniti <---Eliade 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